Antonio Rega – Tristezza
Toccai le essenze. Respirai le attese. Ascoltai i silenzi. E sebbene mi desse una gran pena volsi lo sguardo. Mutai allora il pianto in canto. Il dolore non si può raccontare.
Toccai le essenze. Respirai le attese. Ascoltai i silenzi. E sebbene mi desse una gran pena volsi lo sguardo. Mutai allora il pianto in canto. Il dolore non si può raccontare.
I potenti devono ricordare che la felicità non nasce dalle ricchezze, ma dal piacere di aiutare la gente in difficoltà.
Io non sono triste, è la vostra felicità che puzza di plastica bruciata.
Solo chi non conosce il vero dolore è capace di ridere del dolore degli altri.
Il dolore si seppellisce con un sogno.
Dai tuoi occhi gronda cielo, pezzi di fango e amore liquido. Stanotte non piangere, mentre stringi il cuscino come un sudario. Una lancia nel petto fa meno male di quest’ossessione che ti brucia dentro e ti consuma. Lenta. Goccia a goccia, ti spegni. Resta cera rovente sulla pelle, poi, si raffredda sul cuore.
Forse avermi trattato male è servito per rendermi conto della realtà: mi hai tolto le mie illusioni di bambina.