Alexandre Cuissardes – Tristezza
Se soffri molto è peggio essere condannati a vita che non essere condannati a morte.
Se soffri molto è peggio essere condannati a vita che non essere condannati a morte.
E finalmente arriva vestita come sempre, come mai, dei suoi panni universali e senza tempo, e finalmente arriva, cupa come solo chi sa di avere così tanta bellezza si può permettere di essere, arriva grazie ad una sbronza, grazie ad una fuga, ad una vergogna, grazie a presenze ostili, e la senti, ti da il terrore, ti spacca in due, ma finalmente è la fine, oltre il calvario il volo il tonfo, la morte che ti fa smettere di morire ogni giorno, ed io che ho pagato cosi tanto da non poter più dare niente l’accetto perché la volevo, attesa ed inattesa allo stesso tempo, la morte che spero sia dolce con me quanto dura dovrà essere d’ora in poi la vita per chi l’ha provocata.
Sopravvivere è un mestiere duro, sottovivere ancora peggio.
Un giorno ho trovato il dolore in un fiore e mi è parso di riconoscere il mio.
Se è vero che l’essere buoni ed onesti prima o poi premia, io almeno una piccola parte di quella felicità che mi spetta la voglio ora!
Ma come fai a rimanere così indifferente davanti ai ricordi? Due sono le spiegazioni. O cerchi di evitarli per non intenerirti, ma dentro stai male, o hai un cuore di pietra.
La nostalgia è una carrozza dorata che cammina all’indietro, dove non sale mai il guerriero, le sue mani sono lorde di sangue e il suo sguardo vola lontano.Dove non sale mai il ricco, oro e gioielli lo immobilizzano.La nostalgia apre il suo varco a tutti, ma vedrà salire solo gli uomini di cuore, i migliori.