Gianni Carvelli – Tristezza
L’amore è come una clessidra: scorre verso la fine.
L’amore è come una clessidra: scorre verso la fine.
Per comprendere la mia solitudine hai bisogno di capire, quanta magia e quanto di arcano, possa trovarsi nel tuo pregiudizio, che vuole cambiare la prospettiva dei miei malinconici sguardi.
Si percorrono nella vita tante strade, alcune a metà percorso seguono destinazioni diverse. La via più breve e facile è quella che alla fine del viaggio porta a uno stato di insoddisfazione e infelicità dettata non per scelta propria, ma altrui.
Ed è proprio la sera che i miei pensieri volano. Non riesco a prender sonno. La tristezza fa da padrone. Penso a tutto quello che mi succede a tutto quello che vorrei, e le lacrime incominciano a scendere senza che me ne renda conto. Il mio cuore è triste. Triste perché sei lontano, perché la distanza ci divide. Vorrei fossi sempre vicino a me. Mi manca tutto di te. Mi manca il tuo viso, mi manca il tuo sorriso, mi manca il poterti stringere forte a me, mi manca poterti guardare negli occhi e dirti ti amo.
Ho sempre pensato che per alcuni, quando si sentono soli, tristi ed abbattuti, sia più benefico contrarre la mano, che tenderla. Nessuno è in grado di scrivere a mano tesa.
Che tristezza, vedere tante persone che copiano pensieri e frasi scritte da altri. Che tristezza vedere occhi puntati sul cellulare e non a guardare le persone vicine. Che tristezza vedere una generazione priva di valori e di rispetto.
Esistono pensieri continui, che ti uccidono l’anima senza che nessuno se ne accorga.