Giulia Rinaldi – Tristezza
Credo di non essere in pace con me stessa.
Credo di non essere in pace con me stessa.
La gioia e il dolore sono i due volti della medaglia della vita, ma l’uno fa assaporare l’altro in quanto l’uno esiste perché esiste l’altro.
La sofferenza è una sorta di fertilizzante per la tua terra, essa accresce il tuo senso della ricerca, nutre è rigenera le tue speranze, rinvigorisce la consapevolezza che hai di te stesso, ti ricorda quanto sia importante il vivere riallacciandoti alla tua esistenza.La sofferenza ti risveglia da un momentaneo distrarsi, ti accende verso nuovi orizzonti, ti sprona al divenire, ti rende forte come non avresti mai creduto.Se un giorno busserà alla tua porta la sofferenza, aprile pure l’uscio, ma non prima di averle estorto una promessa, chiedile in cambio del dolore, la visione completa della tua anima, solo stringendo al petto questa promessa ne sarà valsa la pena.
Di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente: si limitano a piangere sulla propria situazione. Ma quando si arrabbiano, allora si danno da fare per cambiare le cose.
Ultimamente sento di essere cambiata e sono molto sensitiva e diversa, molto fragile; credo di iniziare a risentire della mia solitudine. Essere soli è brutto perché assale la tristezza.
Un batter di ciglia… il sogno finisce… torna la dura realtà.
A volte si tenta di avvicinarsi a qualcuno e ciò che si ottiene in cambio è uno schiaffo ben assestato.