Simona Mazzariol – Tristezza
Che senso ha vivere una vità a metà se la nostra metà non la può vivere con noi?
Che senso ha vivere una vità a metà se la nostra metà non la può vivere con noi?
La felicità delle persone mi lacera l’anima, mi divora, fa più male di un coltello nel cuore.
La mia incomprensibile felicità malinconica. Idioma che non si può tradurre.
E poi sai che infondo al cuore qualcosa è cambiato. Sarà la troppa attesa, le troppe delusioni, sarà quel tempo incessante che hai aspettato invano qualcosa che non è mai arrivato. Ti fermi davanti a quel vuoto che turbolento si è formato tutt’intorno a quel qualcosa che non riconosci quasi più. Guardi lontano, e mentre le certezze crollano tu continui a sperare, anche se ormai pian piano ti stai allontanando da ciò che hai dentro.
Quanto è triste il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana.
Se aggressività e frustrazione sono direttamente proporzionali, io dovrei essere un serial killer.
Spesso le partenze sono accompagnate da nebbie di tristezza. Succede, quando si vuole bene. La normalità come un sottile vento tra i suoi vortici la dirada, ricordando che arrivederci non è addio.