Anonimo – Uomini & Donne
Se per ogni mio pensiero per te, ti dessero un centesimo… vivresti di rendita.Viceversa… io sarei già morta di fame.
Se per ogni mio pensiero per te, ti dessero un centesimo… vivresti di rendita.Viceversa… io sarei già morta di fame.
Il coraggio ce l’ha chi ammette di aver paura, e la combatte.
Fantasmi.Spettri nella mia mente,ricordi di un tempo passato.Terrore che mi attanaglia,che blocca ogni articolazione.Persino il pensierone è ottenebrato.E tu, dolce come sempre,viaggi sicura fra le mie dita.Voli senza mai fermarti.Ed io,ancorato a questo mondo,osservo quanto di bello ha il mondo da offrirmi.Te.
Non farò mai il lifting per spianare le rughe. Ho versato troppo sangue per averle. Le porto con orgoglio.
L’amicizia completa l’amore.
Quando siamo bambini l’inferno non è altro che il nome del diavolo sulla bocca dei nostri genitori. Poi questa nozione si complica, e allora ci rigiriamo nel letto nelle interminabili notti dell’adolescenza, cercando di spegnere le fiamme che ci bruciano, le fiamme dell’immaginazione. Più tardi, quando non ci guardiamo più allo specchio perché i nostri volti cominciano ad assomigliare a quello del diavolo, la nozione dell’inferno si trasforma in un piumone intellettuale e allora, per sottrarci a tanta angoscia, ci mettiamo a descriverlo. Giunti alla vecchiaia l’inferno è così alla portata di mano che l’accettiamo come un male necessario e lasciamo persino scorgere la nostra ansia di patirlo. Ancora più tardi, e adesso sì che siamo tra le sue fiamme, mentre bruciamo cominciamo a intuire che forse potremmo acclimatarci. Passati mille anni un diavolo ci chiede, con aria di circostanza, se soffriamo ancora; gli rispondiamo che l’abitudine ha una parte ben maggiore della sofferenza. Alla fine arriva il giorno in cui potremmo abbandonare l’inferno, ma rifiutiamo fermamente tale offerta. Chi rinuncia infatti a una cara abitudine?
Fra nìnnoli e nànnole, oppure, fra ùzzoli e minuzzoli.