Walter Di Gemma – Verità e Menzogna
Reggere alcune verità è difficile, i più si allontanano fingendosi in perenne disaccordo.
Reggere alcune verità è difficile, i più si allontanano fingendosi in perenne disaccordo.
Pazzia? Certo. Cosa non è pazzia? Non è pazzia la vita stessa? Siamo come giocattoli con la carica, tutti quanti noi. Qualche giro di chiavetta e, quando la molla si scarica, addio. Finché dura, camminiamo, ci agitiamo, facciamo progetti, eleggiamo le giunte comunali, tosiamo l’erba. Pazzia, ma sì, sicuro, cosa non è pazzia?
Avete mai notato quanto chi sceglie di “apparire” invece che di “essere” sia talmente pieno di sé da non tollerare che lo si contraddica? Mostra di essere nel giusto e si vanta e si gonfia e urla agli altri la sua “trasparenza”… già! Perché l’apparenza grida e prende il sopravvento sulla sostanza, ma dietro quella maschera di serenità non c’è che vuoto! Chi “è” non vuole maschere: si veste delle sua genuinità, delle sue emozioni e della verità!
L’orgoglio non vuole che ammettiamo i nostri torti ed errori, cerca di nasconderli o di motivarli con qualche ragione, per convincerci di essere ancora al di sopra e all’altezza, in realtà, per evitarci qualche figura che assomigli alla più comune materia organica.
Viviamo in un’epoca dove tutti cercano la sincerità, ma puntualmente li ritrovi che indossano maschere di falsità.
Ho conosciuto lei: una donna di appena trent’anni, ho avuto modo di frequentarla sei mesi, mesi in cui lei mi ha raccontato parte della sua vita. Un film che ebbe inizio con violenze fisiche e mentali, un film in cui ogni giorno la protagonista (lei) subiva violenze, un ex, un marito, un mondo tutto così mediocre. Finché un giorno capii che la mediocrità era lei, con i suoi film che dipingeva a pennello per attirare l’attenzione su se stessa. Una donna insicura, debole, falsa e meschina, pronta ad usare ogni mezzo per fare pena. Oggi quella donna malata avrà puntato già altre vittime. Io oggi posso gridare: mi sono salvata!
Da certe persone si può solo fuggire.