Charles Bukowski – Verità e Menzogna
Siamo tutti diversi: ciò che distrugge un individuo non fa niente a un altro.
Siamo tutti diversi: ciò che distrugge un individuo non fa niente a un altro.
Anche omettere significa mentire.
Meglio accettare una vera bugia che una falsa coerenza.
C’è crisi di “pazienza” di “sentimenti” ma soprattutto c’è crisi di persone “vere”.
Levin vedeva che non avrebbe trovato in alcun modo il legame della vita di quell’uomo con i suoi pensieri. Evidentemente gli era del tutto indifferente la conclusione cui lo portava il suo ragionamento; aveva bisogno soltanto del processo del ragionamento. E gli risultava assai sgradevole che a volte il processo del ragionamento lo costringesse in un vicolo cieco. Questo soltanto non gli piaceva e lo evitava, spostando il discorso su un qualcosa di allegro e di piacevole. Quel caro Svijazskij, che si teneva le idee esclusivamente per uso pubblico e che con tutta evidenza aveva altri fondamenti di vita, segreti agli occhi di Levin, mentre con una folla, il cui nome era legione, guidava l’opinione pubblica attenendosi a idee a lui estranee.
È impossibile scrivere in pace, se quello che si scrive vale qualcosa.
Eloquenza: occorre del gradevole e del reale; ma bisogna che questo gradevole sia anch’esso preso dal vero.
Anche omettere significa mentire.
Meglio accettare una vera bugia che una falsa coerenza.
C’è crisi di “pazienza” di “sentimenti” ma soprattutto c’è crisi di persone “vere”.
Levin vedeva che non avrebbe trovato in alcun modo il legame della vita di quell’uomo con i suoi pensieri. Evidentemente gli era del tutto indifferente la conclusione cui lo portava il suo ragionamento; aveva bisogno soltanto del processo del ragionamento. E gli risultava assai sgradevole che a volte il processo del ragionamento lo costringesse in un vicolo cieco. Questo soltanto non gli piaceva e lo evitava, spostando il discorso su un qualcosa di allegro e di piacevole. Quel caro Svijazskij, che si teneva le idee esclusivamente per uso pubblico e che con tutta evidenza aveva altri fondamenti di vita, segreti agli occhi di Levin, mentre con una folla, il cui nome era legione, guidava l’opinione pubblica attenendosi a idee a lui estranee.
È impossibile scrivere in pace, se quello che si scrive vale qualcosa.
Eloquenza: occorre del gradevole e del reale; ma bisogna che questo gradevole sia anch’esso preso dal vero.
Anche omettere significa mentire.
Meglio accettare una vera bugia che una falsa coerenza.
C’è crisi di “pazienza” di “sentimenti” ma soprattutto c’è crisi di persone “vere”.
Levin vedeva che non avrebbe trovato in alcun modo il legame della vita di quell’uomo con i suoi pensieri. Evidentemente gli era del tutto indifferente la conclusione cui lo portava il suo ragionamento; aveva bisogno soltanto del processo del ragionamento. E gli risultava assai sgradevole che a volte il processo del ragionamento lo costringesse in un vicolo cieco. Questo soltanto non gli piaceva e lo evitava, spostando il discorso su un qualcosa di allegro e di piacevole. Quel caro Svijazskij, che si teneva le idee esclusivamente per uso pubblico e che con tutta evidenza aveva altri fondamenti di vita, segreti agli occhi di Levin, mentre con una folla, il cui nome era legione, guidava l’opinione pubblica attenendosi a idee a lui estranee.
È impossibile scrivere in pace, se quello che si scrive vale qualcosa.
Eloquenza: occorre del gradevole e del reale; ma bisogna che questo gradevole sia anch’esso preso dal vero.