Erving Goffman – Verità e Menzogna
La rappresentazione drammaturgica è rituale. Essa crea un senso di realtà condivisa.
La rappresentazione drammaturgica è rituale. Essa crea un senso di realtà condivisa.
Un cervello limitato contiene una quantità illimitata di idiozie.
Tu che preferisti inabissarti nella morte oscura, oh re potente, nel silenzio delle note, cosa hai visto alla fine della strada?Se non era mio destino vivere e crescere con i talenti del mio cuore, da dire che la vita è una chimera (solo per alcuni), perché tanto odio e ostilità nell’impadronirsi di quella altrui, dagli apostoli viaggiatori, con le navi in agguato intorno alla terra, e dai santi la cui furia sconquassa le fondamenta del mondo? Perché l’ostilità per un semplice effetto, se la causa la cominciano sempre i servi del Serpente? Il padre copre il suo messaggero, ma il cuore di belva non vede i propri errori, solo la sua sopravvivenza e riproduzione, sempre alla ricerca di apparenze e di nascite, nella notte dello spazio, depredando civiltà, con la bibbia in una mano e la sega elettrica nell’altra. Annegati nella conquista, conversione e annientamento di Mondi, seguendo il percorso facile e sbrigativo, per instaurare il futuro-illusione ci si rinchiude nella prigione del regno che non c’è.
Il pubblico ha un’insaziabile curiosità di conoscere ogni cosa eccetto quelle che meritano di essere conosciute.
Certe persone devono restare li dove sono, dove è giusto che siano. Non tutte le persone dopo che hanno meritato di uscire dalla tua vita dovranno rientrare, certi ritorni molte volte sono solo per ritornare a farti del male, perché sono: anime perse, cuori falsi, bocche biforcute.
I limiti della ragione sfuggono anche alla ragione. Come anche le sue possibilità.
L’inganno, e la menzogna sono l’ultima risorsa di colui che ha perso ogni contatto con il proprio cuore e con la propria anima, sono facili da utilizzare ma ogni qualvolta li si usa si tenga sempre presente che il conto da pagare sarà salato e arriverà sempre e lo si dovrà pagare.