Scyna Suffiotti – Viaggi e vacanze
Lei era una viaggiatrice, anche quando sembrava assorta, ferma seduta nella sua sedia, lei viaggiava.
Lei era una viaggiatrice, anche quando sembrava assorta, ferma seduta nella sua sedia, lei viaggiava.
Vedrai una città regale, addossata ad una collina alpestre, superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica Signora del Mare: Genova.
“Indovina!”.”Cosa?””Andiamo a Cuba dopodomani con un last minute!”.”Ma è fantastico!”, urlai e mi misi a saltellare di gioia.
Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.
Starò fuori tre mesi e neanche una volta penserò a come sta andando il viaggio.Finiti i tre mesi mi guarderò le scarpe e solo allora saprò come è andato il viaggio.
A volte la Strada ti parla. Sussurra filastrocche di domani, come una sirena che s’affaccia alla riva dei tuoi pensieri e il tuo viaggio è il suo canto, il ritmo ubriaco dei tuoi giorni la sua cadenza. Sui marciapiedi sgranati affamati di sole. Ai vertici pulsanti delle strade, negli angoli frenetici di traiettorie in ritardo. Nel caos polifasico della metropoli, mentre ti immergi fuori dai confini di te stessa e il tuo vagare ti lascia senza fiato, mentre insegui un volto tra le maschere… il tuo.
E poi succede che la sera stanco della giornata. Di tutto e tutti… ti viene quell’istinto, spegnere i telefoni, prendere la moto e viaggiare senza meta tutta la notte… con l alba ritrovi il senso del viaggio… una notte dedicato a te stesso!