Luciano Meran Donatoni – Vita
La tua vita non è solo nelle tue mani, ma è anche in chi, nel tuo cuore, vi abita.
La tua vita non è solo nelle tue mani, ma è anche in chi, nel tuo cuore, vi abita.
Quanti giorni si sprecano in gioventù, incoscientemente si pensa di essere eterni. Non si riflette sulla morte, si pensa “è troppo lontana la morte”, “c’è tempo”, “ci sono speranze e sogni da realizzare, amori da vivere”, “c’è tempo!” I giorni passano, alcuni inutilmente ed i sogni e le speranze man mano sono soffocati da problemi da risolvere dai dolori o dalle malattie. Nel dolore si apprende un’infinità di cose, tutto questo, però può non Impedire di pensare a quanti errori si poteva evitare, a quante altre strade si potevano percorrere, ai giorni trascorsi pensando al futuro facendosi sfuggire il presente. Si vivono attimi di felicità intensi nei sogni e nelle speranze avverate o quando l’amore, forse breve, fa capolino. Ci si ritrova con i capelli imbiancati, e si pensa “non c’è più tempo, non c’è futuro!” Ormai lo hai imparato che bisogna ora, vivere il presente!
Presi la bottiglia e andai in camera mia. Mi spogliai, tenni le mutande e andai a letto. Era un gran casino. La gente si aggrappava ciecamente a tutto quello che trovava: comunismo, macrobiotica, zen, surf, ballo, ipnotismo, terapie di gruppo, orge, ciclismo, erbe aromatiche, cattolicesimo, sollevamento pesi, viaggi, solitudine, dieta vegetariana, India, pittura, scrittura, scultura, composizione, direzione d’orchestra, campeggio, yoga, copula, gioco d’azzardo, alcool, ozio, gelato di yogurt, Beethoven, Bach, Budda, Cristo, meditazione trascendentale, succo di carota, suicidio, vestiti fatti a mano, viaggi aerei, New York City, e poi tutte queste cose sfumavano e non restava niente. La gente doveva trovare qualcosa da fare mentre aspettava di morire. Era bello avere una scelta. Io l’avevo fatta da un pezzo, la mia scelta. Alzai la bottiglia di vodka e la bevvi liscia. I russi sapevano il fatto loro.
Andrò via ma non da te. Andrò via da ciò che provo. Fuggirò verso qualcosa che non so dove mi porterà. Non so cosa troverò in fondo a quella strada chiamata “nuova pagina”. Ricorda solo una cosa: per me sei stato un “libro”. Per te sono stata solo un “capitolo”. Ricomincio da me.
Era lì, sul campanile di quella chiesa, con la testa reclinata sul petto, sotto la pioggia che batteva incessantemente sul muro, completamente vestito di nero. Sembrava l’incarnazione della Sconfitta.
La vita è un gioco. Gioca scivolando sulla neve o correndo a piedi nudi sulla spiaggia. Gioca scaldandoti al sole o guardando le stelle brillare. Gioca la tua vita come un gioco che ti è stato regalato. Ma trattalo con cura, perché è il regalo più prezioso che potrai mai ricevere.
Credi a chi dice di cercare la propria strada nella vita. Non credere a chi dice di averla trovata. La vita è un viaggio continuo.