Daniele De Patre – Vita
Abbi fede: altro non c’è.
Abbi fede: altro non c’è.
L’uomo è quello che da sé stesso si è forse precipitato nell’abisso delle miserie ove egli geme. I selvaggi che noi vedemmo non vivono male fra loro, ed i selvaggi che vivono sparsi ad uno ad uno nei boschi, e non campano che di ghiande e d’erbe, son certamente più felici ancora. Dalla società son nati i più gravi delitti. Vi sono uomini nella società che son costretti, per ragion di stato, a desiderare la morte degli uomini. Il naufragio d’un vascello, l’incendio d’una casa, la perdita d’una battaglia, inducono alla mestizia una parte della società, e spargono la gioia in un’altra. Tutto va molto male, mio caro Cacambo, e non v’è per il saggio altro partito da prendere che di tagliarsi la gola più delicatamente che sia possibile…
Ritornare con i piedi per terra fa relativamente male. Dipende sempre da che altezza cadi giù.
La vita è come una vite piena di pigne d’uva, ci offrirà i suoi frutti solo dopo averci visto sudare nella sua vigna, altrimenti i suoi cancelli resteranno serrati al nostro passo.
Ciò che intristisce, non è tanto la vita che fugge, quanto non aver avuto il tempo di viverla intensamente.
Conoscere le persone: tanto facile quanto dall’esito scontato. Sempre più, un copia incolla.
Il pudore è una provocazione sessuale. La vera innocenza è impudica.