Mirko Badiale – Vita
Nulla si perde più facilmente della ragione, quando si ragiona.
Nulla si perde più facilmente della ragione, quando si ragiona.
“Lascio che siano gli altri a dare un nome alle mie” storie “che sia amore, che sia amicizia, che sia passione, che sia furbizia, che sia un’avventura, che sia una piccola scottatura, che sia tutto quello che cercavo oppure solamente un passatempo passeggero a me non importa, è vita. Ripeto, è vita! Prima di dare un nome a ogni cosa bisogna imparare a viverla in ogni sua sfumatura.”
Alcuni difetti ci arrivano dai cromosomi dei nostri genitori, altri li assorbi dall’ambiente, altri li sviluppi per conto tuo. Poi ci sono i difetti di compensazione, i difetti di reazione, i difetti di difesa, difetti che sono solo ombre di qualità e difetti che mettono qualsiasi qualità in ombra.
È per chi una cosa non è più importante ed il sogno si è dissolto che non vale più la pena cercare soluzioni, anzi, si vedono tutti i mille ulteriori ostacoli che ci sono e se non ci sono, se li inventano; uno sta lì a sperarci sempre, a lavorarci come una formichina operosa, mentre loro se ne stanno come cicale a cantarsela.
I ricordi, si sa, approfittano del fatto che il tempo esalta il meglio e mitiga il peggio.
I giorni appartengono al calendario, gli istanti appartengono a noi.
Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici.
“Lascio che siano gli altri a dare un nome alle mie” storie “che sia amore, che sia amicizia, che sia passione, che sia furbizia, che sia un’avventura, che sia una piccola scottatura, che sia tutto quello che cercavo oppure solamente un passatempo passeggero a me non importa, è vita. Ripeto, è vita! Prima di dare un nome a ogni cosa bisogna imparare a viverla in ogni sua sfumatura.”
Alcuni difetti ci arrivano dai cromosomi dei nostri genitori, altri li assorbi dall’ambiente, altri li sviluppi per conto tuo. Poi ci sono i difetti di compensazione, i difetti di reazione, i difetti di difesa, difetti che sono solo ombre di qualità e difetti che mettono qualsiasi qualità in ombra.
È per chi una cosa non è più importante ed il sogno si è dissolto che non vale più la pena cercare soluzioni, anzi, si vedono tutti i mille ulteriori ostacoli che ci sono e se non ci sono, se li inventano; uno sta lì a sperarci sempre, a lavorarci come una formichina operosa, mentre loro se ne stanno come cicale a cantarsela.
I ricordi, si sa, approfittano del fatto che il tempo esalta il meglio e mitiga il peggio.
I giorni appartengono al calendario, gli istanti appartengono a noi.
Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici.
“Lascio che siano gli altri a dare un nome alle mie” storie “che sia amore, che sia amicizia, che sia passione, che sia furbizia, che sia un’avventura, che sia una piccola scottatura, che sia tutto quello che cercavo oppure solamente un passatempo passeggero a me non importa, è vita. Ripeto, è vita! Prima di dare un nome a ogni cosa bisogna imparare a viverla in ogni sua sfumatura.”
Alcuni difetti ci arrivano dai cromosomi dei nostri genitori, altri li assorbi dall’ambiente, altri li sviluppi per conto tuo. Poi ci sono i difetti di compensazione, i difetti di reazione, i difetti di difesa, difetti che sono solo ombre di qualità e difetti che mettono qualsiasi qualità in ombra.
È per chi una cosa non è più importante ed il sogno si è dissolto che non vale più la pena cercare soluzioni, anzi, si vedono tutti i mille ulteriori ostacoli che ci sono e se non ci sono, se li inventano; uno sta lì a sperarci sempre, a lavorarci come una formichina operosa, mentre loro se ne stanno come cicale a cantarsela.
I ricordi, si sa, approfittano del fatto che il tempo esalta il meglio e mitiga il peggio.
I giorni appartengono al calendario, gli istanti appartengono a noi.
Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici.