Daniele De Patre – Vita
Non restare chiuso tra quelle “mura”, apri quella maledetta “porta” ed esci fuori. Comincia a vivere!
Non restare chiuso tra quelle “mura”, apri quella maledetta “porta” ed esci fuori. Comincia a vivere!
Arriva sempre il momento in cui decidi che è necessario fare qualcosa per cambiare le cose, ed inizi a voltare le pagine della tua vita cercando di capire quali sono da strappare e quali da tenere, quali possono servirti per migliorare quelle che ancora sono da scrivere e quali da rileggere solamente per ricordare, e ti ritrovi a sfogliarle una alla volta per arrivare alla prima pagina bianca che aspetta di essere scritta nella maniera migliore.
Mio padre era un creolo, suo padre un negro, e suo padre una scimmia; la mia famiglia, mi sembra, è cominciata dove la tua è finita.
Vorrei essere una cestaper contenere arance,una tavolozza per possederei colori del mondo,un catino pieno d’acquaper vedere mani che s’immergono.Vorrei essere un ricordoper farmi toccare dal tuo pensiero.Una calza di setaper abbracciare carni generose.Una cordaper legare ciò che mi fugge.Vorrei essere un silenzioper parlare dentro.Una nevicata per coprire,una tormenta per strappare,uno scrigno per custodire,un nastro rosa per rinascere.
La vita va vissuta e non fermata nelle stazioni dei ricordi.
E se puoi, non guardare mai indietro, non guardare se il passato ti sta per raggiungere. Se puoi, non essere ciò che vorresti, diventa ciò che sei. Se puoi, non rinnegare mai una passione in favore della ragione. Se puoi, lascia l’odio a chi solo quello conosce per sentirsi migliore. Se puoi, quando tutto sembrerà finito, lascia entrare il mondo in te e non lasciare il mondo, senza di te. Se puoi, non limitarti ad esistere, vivi. Se puoi, non cercare qualcuno da amare, lascia che sia lui a trovare te. Se puoi, cerca la libertà senza però imprigionare qualcun altro e se puoi, cerca di non vivere solo per te stesso, ma abbi il coraggio di credere che qualcuno possa vivere solo per te.
Ci sono parole che lasciano un segno così evidente e netto dentro al cuore che non solo non le dimentichi, ma molto spesso non le riesci nemmeno a dimenticare. Fanno male come un “pugno” che arriva diretto e netto in pieno stomaco. Fanno male come un coltello affilato che ti trafigge. Le chiamano; le ferite dell’anima e sono quelle che si cicatrizzeranno sempre e solo in apparenza.