Jasmina Nunziata – Vita
Proprio quando pensi di avere dimenticato, ti rendi conto di aver dimenticato di farlo.
Proprio quando pensi di avere dimenticato, ti rendi conto di aver dimenticato di farlo.
Io sono una che al silenzio “forzato” preferisce il caos, quello dove non hai tempo per pensare, quello dove capisci che la vita è una sola e bisogna godersela senza troppi “se” e senza troppi “ma”.
Meglio essere soli in mezzo allo schifo, che schifo tra lo schifo.
Quante parole dette, sussurrate, odiate ed amate. Parole urlate e pungenti. Feriscono sempre. Ma noi siamo tutti simili, non ci accontentiamo della quotidianità vogliamo di più senza rinunciare a nulla. Ipocriti. Ecco, vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca. Per lei non rinunciamo alla famiglia, ci accontentiamo di bere dal suo calice quando fuggiamo dalla realtà.
Qualunque giorno vivi non lasciarlo mai in pace, finirebbe per essere l’ultimo.
La più grande ironia della vita è che tutto ciò che vogliamo, l’abbiamo già.
La vita reale è piena di falsi indizi e di indicazioni che non conducono da nessuna parte. Con sforzo infinito ci prepariamo a una crisi che non arriva mai. La carriera di gran successo deve far mostra di uno spreco di energia che avrebbe potuto smuovere montagne e il più grande insuccesso non è quello dell’uomo che viene colto impreparato, ma di colui che si è preparato e non ha mai avuto l’occasione. Su una tragedia di questo genere, la nostra morale nazionale è puntualmente unita. Presuppone che la preparazione contro il pericolo sia in se stessa un bene e che agli uomini, come alle nazioni, sia di vantaggio avanzare nella vita completamente armati. La tragedia dell’essere preparati non è stata ben trattata, salvo che dai Greci. La vita è veramente pericolosa, ma non nel modo in cui la moralità vuole che noi riteniamo. È davvero ingovernabile, ma la sua essenza non è una battaglia. È ingovernabile perché è romanzesca e la sua essenza è la bellezza romantica.