Mario Tibasco – Vita
In un mondo di ciechi, l’uomo da un’occhio solo è Re.
In un mondo di ciechi, l’uomo da un’occhio solo è Re.
Bel risultato. A farmi stare in vita c’è solo la paura della morte.
Se non vivi per qualcosa, muori per niente.
Sono certo di una cosa sola, che ogni giorno ci sono e ci saranno sempre molte parole da dire, ma anche tante parole da ascoltare, per poter accrescere il nostro bagaglio di vita.
Chiedeva perdono a un Dio che desiderava vicino, trascendenza trasposta sempre in vita terrena, dialogo interiore per chi si è sempre saputo orfano. Perdono per non essere in grado di mantenere la sua promessa. Dedizione, assistenza, comprensione, conforto, fiducia, ricerca, tutto qui il Sacro Matrimonio? Intenzioni. Dove sono l’intimità, la gioia, il progetto, e dove sono le mani che accarezzano una pancia tesa e lucida, curve mentali a ingoiare futuro. Claire da quando stava con Claudio si era sempre pensata filiforme, quasi incapace di ingoiare futuro. L’amore poi è ancora un’altra cosa. Un’altra casa, non sempre fatta di mattoni. Claire voleva una famiglia, lei che non aveva mai avuto una, una normale. Era stata un caso particolare sin da quando ne aveva avuto coscienza. E memoria. Spiegare agli altri bambini che sua madre c’era, ma altrove, in cielo. E suo padre c’era, ma altrove, via lontano. E la sua casa c’era, ma non proprio sua, ci abitava con chi si prendeva cura di lei. E la sua città c’era, ma altrove, perché le sue radici erano altre. Le trovava nei racconti caldi fatti per lei da parenti e adulti. Caldi come un pile d’inverno.
La vita è una lezione continua di momenti positivi, quelli che si dimostrassero sbagliati o negativi… sta a noi renderli esperienze di vita e non rimpiangerli.
Di questo nostro tanto ne rimane solo il poco.