Elisabetta Eli – Vita
L’importante è cantare, ma non belare.
L’importante è cantare, ma non belare.
Non possiamo non morire, in compenso possiamo scegliere come vivere.
Meglio essere protagonisti di una tragedia, che solo comparse di una vita non vissuta.
È in tuo potere fare dei tuoi giorni “mortali” un tappeto di fiori, invece di un sentiero di spine.
“Come ti vedi tra 8 anni?” “Non posso dare una risposta ma, di sicuro, pur di non farmi uccidere l’anima mi reinvento ogni giorno ed evito di guardarmi negli specchi deformanti che certi altri mi mettono davanti”.
Per un dolore vero, autentico, anche gli imbecilli sono diventati qualche volta intelligenti.
Ma sono di questo genere, proprio, per me, quelle Furie che agitano quelli che declamano, quando proclamano: “Queste mie ferite le ho subite per la libertà della repubblica, questo mio occhio l’ho perduto per voi. Datemi una guida, che mi guidi dai miei figli, che ci ho i tendini tagliati, che non mi tengono su il corpo”. Che sono cose che si potrebbero sopportare, se ci potessero aprire una via, per quelli che si avviano verso l’eloquenza. Ma con dei contenuti tanto sballati, con delle frasi che fanno tanto chiasso per così niente, ci guadagnano soltanto questo, quelli, che ci arrivano nei tribunali, che si trovano come sbarcati sopra un altro pianeta.