Cesare Pavese – Vita
Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.
Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.
Sono nata sulla terra, vicino al mare con alle spalle le montagne, mi lascio coltivare dalla vita, accolgo ogni goccia delle mie lacrime per irrigarla e affido alle alte vette le mie preghiere.
Stanno appesi i pensieri sull’albero della vita in attesa di una nuova primavera.
La trasgressione ormai è diventata la capacità di fare quello che è più giusto per se stessi e per il rispetto degli altri.
Invecchia male solo chi non ha vissuto. Chi ha vissuto pienamente si porta gli anni come gioielli che lo impreziosiscono.
È vero, i limiti non esistono. Ma le cazzate sì. È vero, il dolore si supera. Ma qui ci sono solo ostacoli. È vero, ogni fuoco si spegne. Ma prima bisogna trovare dell’acqua. Come un abbraccio, tendo ad unire le persone, ma io resto sempre da sola. Come una coperta, mentre riscaldo tutti, sono quella che resta al freddo. E come in una corsa, anche se è il mondo ad inciampare, non capisco perché, ma mi faccio sempre male al posto suo.
I rasoi fanno male; i fiumi sono lunghi; gli acidi lasciano le tracce; le pillole danno i crampi. I fucili non sono legali; i nodi scorsoi non tengono; il gas ha un puzza orrenda; tanto vale vivere.