Bertolt Brecht – Vita
Amo le consolazioni della carne e non posso soffrire i vigliacchi che le chiamano debolezze.
Amo le consolazioni della carne e non posso soffrire i vigliacchi che le chiamano debolezze.
In fondo, cos’è la vita senza la morte?! Uno squallido percorso senza fine.
Non ho mai scommesso sui cavalli, ma mi è sempre piaciuto pensare alla vita come a un’ippodromo e l’amore come a una corsa. Se punti sul cavallo giusto, vinci. Il punto in verità è che non esistono cavalli vincenti, non se ne esce mai vincitori. La vita è più un’arena, come quella degli antichi romani, e noi siamo gladiatori. Combattiamo, sudiamo, soffriamo, e alla fine, chi prima, chi dopo, cadiamo tutti. E se pensate che la vera sconfitta non sia cadere, quanto più non rialzarsi, vi sbagliate di grosso: quelle sono le scelte più ovvie, e chi si rialza lo fa solo in attesa che un altro colpo venga sferrato, e cada di nuovo. La vera sconfitta la vivi quando hai tanta paura sia di cadere che di rialzarti: resti a terra, ti fingi morto, eviti ogni contatto, ogni rischio e sopravvivi. Non vivi, ma sopravvivi. Così la vita, così l’amore, quando hai sofferto tanto da aver paura di vivere e d’amare, sopravvivi.
L’uomo che è pessimista prima di avere 48 anni sa troppo; dopo, se è un ottimista, sa troppo poco.
Fumare fa male. Anche rendersi conto di aver perso col tempo più persone che accendini.
La donna è per l’uomo l’unica ciambella di salvataggio cui aggrapparsi nel mare tempestoso della vita.
La grande Via è calma e aperta, nulla è facile, nulla è difficile.