Primo Levi – Vita
Pensavo che la vita era bella e avrebbe continuato a essere bella.
Pensavo che la vita era bella e avrebbe continuato a essere bella.
Guardo inerme il dividersi del mondo fra bene e male cercando di carpire il significato reale della parola vita di cui Dio ci avrebbe fatto dono, un mondo in cui però, non c’è il tempo necessario per imparare, in quanto, la vita stessa è troppo breve.
La disgrazia è una visita del Signore; è un dono, una ricchezza, quasi un privilegio.
Ognuno di noi deve trovare per conto suo che cosa sia lecito e cosa proibito: proibito per lui. Si può non fare mai alcunché di proibito ed essere tuttavia un grande furfante. E viceversa. A rigore, è una questione di comodità. Chi è troppo comodo per pensare da sé ed essere giudice di se stesso si adatta ai divieti quali sono. Facile per lui. Altri sentono invece certi comandamenti dentro di sé e considerano proibite cose che qualunque galantuomo fa ogni giorno, mentre sentono lecite altre cose che di solito sono vietate. Ognuno dev’essere garante di se stesso.
Non riesco a ringraziare per il dolore e non sono molto disponibile a comprendere alcuni macabri disegni della vita.
L’ultima ad adeguarsi all’inflazione è la beneficenza.
Tutto il tempo che hai, è la tua vita. Non sprecarla.