James Joyce – Vita
La storia, disse, è un incubo dal quale sto cercando di svegliarmi.
La storia, disse, è un incubo dal quale sto cercando di svegliarmi.
La vita ci insegna l’umiltà, ponendo limiti al nostro percorso e sfidandoci ad andare oltre, ma mai oltre i confini del nostro essere. Perché c’è sempre un “di più” che non ci appartiene e non ci rappresenta e, nel volerlo possedere ad ogni costo (anche con mezzi ed azioni indegne), si cade nella presunzione, precipitando nella volgarità della superbia. L’essenziale si cela nelle cose più semplici, e nella semplicità credo si viva decisamente meglio.
Ho bisogno di uscire dalle righe per sentirmi in linea con la vita.
Se la felicità non esiste, allora sarò un pazzo.
Capirsi ormai sembra impossibile, Gente ormai troppo piena di se, poco disposta ad ascoltare. Ognuno sta con chi gli conviene, punta a ciò che gli interessa e se per ottenerlo calpesta gli altri poco gli importa!
Morirò un giorno, morirò con quel dolore in petto che solo una profonda emozione può provocare. Mi commuoverò per questo e piangerò morendo.
Oltre a farci tutte queste domande sul senso della vita, dovremmo invece cercare di lasciare qualcosa di positivo nel mondo, migliorando la vita degli altri, rispettandoli e facendosi rispettare, solo così lasceremo un segno indelebile, e non moriremo mai veramente, tutto il resto è secondario.