Francis Scott Fitzgerald – Vita
A diciotto anni le convinzioni sono le colline da cui ci affacciamo alla vita. A quaranta sono le caverne in cui ci nascondiamo.
A diciotto anni le convinzioni sono le colline da cui ci affacciamo alla vita. A quaranta sono le caverne in cui ci nascondiamo.
“Viaggiare” assume nella vita molti aspetti, fin dalla tenera età lo si fa con i pensieri, giocando, poi si passa ad un’età dove i viaggi molto spesso hanno un arrivo inaspettato arrivando all’età dove viaggiare significa togliersi di dosso la propria identità e non lasciar più spazio ai pensieri, significa partire lasciandosi dietro i dolori e salutando le luci a volte troppo forti, portandosi dietro solo la felicità che un amore può dare.
La Vita non ha colpa se non sei felice! Se i tuoi occhi sono tristi, è perché non vedi altro che ciò che ti fa soffrire, la Vita è tutto il resto e oltre ancora i tuoi occhi cechi non vedono.
Nessuno può giudicare. Ciascuno conosce la grandezza della propria sofferenza, o la dimensione della totale mancanza di significato della propria vita.
Quel paese sarà sempre nell’animo della mia esistenza; ha accompagnato la mia infanzia nel ricordo dei miei pensieri: ho giocato, sono caduta, mi sono rialzata; è ancora là, dove mi porta il battito del cuore.
L’arroganza, la maleducazione, la presunzione, la cattiveria e tutte le bassezze del mondo hanno bisogno di esercizio, l’amore ha bisogno di esercizio… contrario. Una questione di scelta!
C’è nelle cose umane una marea che colta al flusso mena alla fortuna: perduta, l’intero viaggio della nostra vita si arena su fondali di miserie. Ora noi navighiamo in un mare aperto. Dobbiamo dunque prendere la corrente finché è a favore, oppure fallire l’impresa avanti a noi.