Percy Bysshe Shelley – Vita
Il dolore è cieco per qualche tempo, e così il mio. A nessuna cosa vivente auguro di soffrire.
Il dolore è cieco per qualche tempo, e così il mio. A nessuna cosa vivente auguro di soffrire.
Pensavo che sono passati vent’anni da quando “Hanno ucciso l’uomo ragno”, in mezzo tanta vita vissuta che rifarei, cambierei, cancellerei. Amici spariti, nuovi amici arrivati, amori finiti, amori non corrisposti, illusioni, speranze, solitudine, e poi ancora in piedi e via via lungo la strada che porta alla serenità. Non mi posso lamentare, mi è andata meglio dell’uomo ragno.
Datemi la libertà, quella libertà di decidere se correre o camminare. Quella libertà che ogni tanto ti permette anche di fermarti ed ascoltarti dentro. Lasciatemi libera di correre, inciampare e cadere. E se mi faccio male non fa niente, mi rialzerò come sempre ho fatto. Non temo più il dolore nell’anima, non temo più le ferite del cuore, quello che oggi temo è non riuscire più a trovare qualcuno che cammini sulla mia stessa lunghezza d’onda. Qualcuno come me che non abbia paura di mettersi in gioco e di perdere. Qualcuno che metta il cuore davanti a un interesse. Qualcuno che sia semplicemente vero come me!
Tra i cumuli di macerie della vita c’è sempre un piccolo ma preziosissimo diamante da portare sempre con se. È bene cercarlo, trovarlo e uscire per sempre dalle macerie con qualcosa in più.
Il punto di vista dei perdenti non viene mai considerato, a meno che non sia in punta di lancia.
Certe volte l’oscurità è l’unica luce che la vita ci mostra.
Dicono che la morte non perdoni, ma non lo fa neanche la vita stessa. Non dobbiamo incolpare la vita, visto che ci ha donato essa stessa.