Angela Cicolari – Accontentarsi
Dovrei piegarmi sotto la tirannia di quel cornuto, assassino e invidioso di un Dio? Ma neanche morta. Può illudersi di essere quello che vuole, ma sarà più probabile che il suo universo gli esploda sotto il culo.
Dovrei piegarmi sotto la tirannia di quel cornuto, assassino e invidioso di un Dio? Ma neanche morta. Può illudersi di essere quello che vuole, ma sarà più probabile che il suo universo gli esploda sotto il culo.
I nostri errori appartengono a noi, e solo a noi. Proiettarli sugli altri, abusando magari del proprio potere e delle proprie conoscenze per rovinare la vita a coloro nei quali proiettiamo il nostro male, non cambia il destino che è nostro sin da prima di nascere. Non sono le nostre vittime a salvarci dai nostri errori, che magari dovrebbero ribellarsi ai nostri soprusi, ma noi stessi scegliamo, noi stessi decidiamo di non commettere più il male per avere il bene di qualcun altro. Siamo noi che costruiamo il destino con le nostre forze, non con le forze di vittime sacrificali. L’assassinio e l’inganno distruggono, non costruiscono. Lo sfarzo di nuovi templi, la nuova bellezza del mondo, i nuovi dèi della terra, sono solide facciate che già conoscono la loro fine.
Nella vita dicono di accontentarti. Non è vero, io cerco il meglio per me.
Sono curiosa di vedere come farà Dio a produrre e plasmare un uno dallo zero.
Per quanto siano gli angeli, per quanto sia forte il tuono che si impone, è legge di natura che il male non risolve e la vendetta è un’illusione temporanea.
Poi ci sono persone belle perché lo sono dentro, ed è difficile emularle. Ricorda che…
Non è risibile, o incomprensibile, il fatto di sembrare schierati in due diverse parti, o sembrare che ci siano dei rigurgiti di rimpianto verso una di esse. È naturale guardare in due direzioni diverse. Quando tutto scorre, e si anima, verso il futuro, in un punto preciso dove si guarda quando la realtà passa davanti agli occhi, si scopre che entrambe sono uno, servi della stessa potenza. A quel punto, uno o l’altro non fa più differenza, perché sono stati sempre la stessa cosa.