Ortensio Lando – Antichi aforismi
Quale è proprio la natura dell’ingrato?Ella è di scordarsi i vecchi beneficii, se del continuo non ne riceve de’ novi.
Quale è proprio la natura dell’ingrato?Ella è di scordarsi i vecchi beneficii, se del continuo non ne riceve de’ novi.
Certi bibliofili fanno all’amore cui libri e a un dipresso come gl’impotenti fanno all’amore colle donne.
Non è vero artista colui che per piacere altrui sostenga di dispiacere a se stesso.
Numquam me dedo sed semper sepono.Non mi arrendo mai ma metto da parte.
Un vero inganno si è quello di credere che col crearsi de’ nuovi bisogni, oltre a quelli che la natura si ha dati, si possa rendersi più felici.
Il divieto non significa necessariamente astensione, ma la pratica sotto forma di trasgressione.
Meno che si può (parlando della pratica) si dee parlare o scrivere in superlativo e comparativo, e quasi sempre in positivo: poiché il superlativo ha molte volte dell’ampolloso, dell’adulatorio, dell’agro o dell’affettato; il comparativo ordinariamente è odioso, spiacente o ardito; ed il positivo e si, sincero e netto, almeno più degli altri due.