Italo Calvino – Bacio
Se infelice è l’innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore, mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato.
Se infelice è l’innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore, mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato.
Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei, ti darei un bacio e ti chiamerei di nuovo per dartene altri.
Ciò che ora mi serve è un bacio vero e sincero.
Il bacio è il primo linguaggio che non ha bisogno di traduzioni.
Corre e s’innamora il giovane, insicuro di sé, felice e disperato, e per lui la donna è quella che certamente c’è, e lei sola può dargli quella prova. Ma la donna anche lei c’è e non c’è: eccola di fronte a lui, trepidante anch’essa, insicura, come fa il giovane a non capirlo? Cosa importa chi tra i due è il forte e chi il debole? Sono pari. Ma il giovane non lo sa perché non vuole saperlo: quella di cui ha fame è la donna che c’è, la donna certa. Lei invece sa più cose; o meno; comunque sa cose diverse; ora è un diverso modo d’essere che cerca.
L’essenza che il tuo sapore lascia sulle mie labbra scorre attraverso i visceri del mio…
Ogni bacio ha un suo “sapore”. Di alcuni ne ricordi l’inconfondibile “gusto” a distanza di…