Antonio Curnetta – Comportamento
Essere se stessi è un’impresa. Devi lottare con tutti quelli che ti vogliono come fa comodo a loro.
Essere se stessi è un’impresa. Devi lottare con tutti quelli che ti vogliono come fa comodo a loro.
Allo sbarco negli Stati Uniti, Einstein, come tutti gli emigrati, ricevette un modulo da compilare. Fra le molte domande cui bisognava rispondere ce n’era una che domandava: “Razza di appartenenza?” E lui scrisse: “Umana”.
Parliamo e non ci capiamo, insistiamo ed è peggio… Come stranieri, adoperiamo due linguaggi diversi;…
La falsità è gratuita forse per questo tutti l’utilizzano…
Fanno le cose, chiedono scusa e come volti le spalle te le rifanno!
E poi, proprio nel giorno in cui uno si aspetta chissà che, scopre che le cose più belle sono quelle che non cambiano: la voce che ti dà il “buongiorno”, gli occhi che ti guardano con amore appena ti sei svegliato, le mani dolci di chi ti porge il primo caffè dell’anno. Perché a volte non è importante quello che cambia, ma quello che resta.
Se la nostra sensibilità se ne fotte della sensibilità altrui, allora si è solo egocentricamente sensibili, e personalmente reputo che i motivi che portano a questo sono più trascurabili del risultato.
Allo sbarco negli Stati Uniti, Einstein, come tutti gli emigrati, ricevette un modulo da compilare. Fra le molte domande cui bisognava rispondere ce n’era una che domandava: “Razza di appartenenza?” E lui scrisse: “Umana”.
Parliamo e non ci capiamo, insistiamo ed è peggio… Come stranieri, adoperiamo due linguaggi diversi;…
La falsità è gratuita forse per questo tutti l’utilizzano…
Fanno le cose, chiedono scusa e come volti le spalle te le rifanno!
E poi, proprio nel giorno in cui uno si aspetta chissà che, scopre che le cose più belle sono quelle che non cambiano: la voce che ti dà il “buongiorno”, gli occhi che ti guardano con amore appena ti sei svegliato, le mani dolci di chi ti porge il primo caffè dell’anno. Perché a volte non è importante quello che cambia, ma quello che resta.
Se la nostra sensibilità se ne fotte della sensibilità altrui, allora si è solo egocentricamente sensibili, e personalmente reputo che i motivi che portano a questo sono più trascurabili del risultato.
Allo sbarco negli Stati Uniti, Einstein, come tutti gli emigrati, ricevette un modulo da compilare. Fra le molte domande cui bisognava rispondere ce n’era una che domandava: “Razza di appartenenza?” E lui scrisse: “Umana”.
Parliamo e non ci capiamo, insistiamo ed è peggio… Come stranieri, adoperiamo due linguaggi diversi;…
La falsità è gratuita forse per questo tutti l’utilizzano…
Fanno le cose, chiedono scusa e come volti le spalle te le rifanno!
E poi, proprio nel giorno in cui uno si aspetta chissà che, scopre che le cose più belle sono quelle che non cambiano: la voce che ti dà il “buongiorno”, gli occhi che ti guardano con amore appena ti sei svegliato, le mani dolci di chi ti porge il primo caffè dell’anno. Perché a volte non è importante quello che cambia, ma quello che resta.
Se la nostra sensibilità se ne fotte della sensibilità altrui, allora si è solo egocentricamente sensibili, e personalmente reputo che i motivi che portano a questo sono più trascurabili del risultato.