Angelo Cora – Accomodante
Non ho mai amato, quella corona, rincorsa, cercata o dal’altrui, sul capo posata né coloro che non sono almeno una volta, a terra caduti che non hanno un giorno inciampato, perché essi non hanno vissuto.
Non ho mai amato, quella corona, rincorsa, cercata o dal’altrui, sul capo posata né coloro che non sono almeno una volta, a terra caduti che non hanno un giorno inciampato, perché essi non hanno vissuto.
Solo chi vive nel buio, che nel suo cuore dimora discosto dal cielo, dal sole e da ogni amata parola sa apprezzare il colore del silenzio, d’una farfalla che che vola.
Sii accomodante senza essere pedante.
Il modo migliore per affrontare la tentazione, è quello di prestarle attenzione.
Non facciamo tanto i difficili: i più accomodanti sono i più abili.
Credo mi si conceda, di innalzare un plauso, sincero a colui che negli anni ha sempre cantato l’amore, che lo ha nel mondo esportato, caldamente apprezzato e colmato d’allori, come s’è visto stasera, da una terra lontana, esibirsi con i migliori, nel giorno del suo compleanno, dall’inno di verdi che ha fatto tutti sognare a quella felicità, che dovremmo imparare, ad usare – solo così si può il mondo unire, senza null’altro badare. A te, grande artista Al Bano, hai tutta la mia stima, sappi che sei un grande uomo, e con tutti i tuoi abili amici, impresso nelle pagine amate, che fanno più bella la vita.
L’incosciente dottore, che nel corso del suo lavoro è incapace di lasciare anche un finto sorriso, o una diversa parla, a colui che innanzi si pone avvolto dalla crudezza del duolo, dovrebbe cambiare lavoro .