Cesare Pavese – Comportamento
Ciò che ci rende villani e violenti è la sete di tenerezza.
Ciò che ci rende villani e violenti è la sete di tenerezza.
Sono una donna bastardamente romantica. Anche le mie bestemmie sono piene di sentimento.
Quando brucia il tetto, non serve né pregare né lavare il pavimento. Comunque pregare è più pratico.
Nelle mani dell’avido i colori dipingono la miseria, nelle mani del generoso affrescano arcobaleni su nel cielo, ma né l’avido e né il generoso sanno che artefici di quei colori sono le officine dei loro cuori, che riflettono fedeli al vero le sfumature della loro essenza.
Quando mi trovo di fronte ad una persona che parla meglio di me, che si esprime meglio di me e che usa paroloni che neanche conosco il mio lato da debuttante filosofa lotta contro quello da stupida impedita che vorrebbe solo dire “ma che cavolo stai dicendo! Parla come mangi per piacere!”
Illuso, avevo bisogno di lei, la mia tenera pianista, ma decisi di fingere e lo feci per rabbia. Ho ceduto alla finzione. L’ho fatto più e più volte, lo faccio perché non sopporto la debolezza della rabbia e non riuscivo ad ammettere l’irrazionalità di quell’amore. Oh, le menzogne che ho raccontato a me stesso e ad altri. Lo sapevo eppure lo ignoravo.
Meglio giocare e soffrire, piuttosto che guardare e tacere. Nelle partite di sempre come nelle olimpiadi della vita.