Luciano De Rosa – Abitudine
Ogni volta che sto male, penso a quando sto peggio, e mi sento meglio.
Ogni volta che sto male, penso a quando sto peggio, e mi sento meglio.
Non esistono condizioni tali a cui l’uomo non possa fare abitudine, in particolare se vede che coloro che lo circondano vivono nello stesso modo.
– Basta guardarvi e si pensa: ecco una donna che può essere felice o infelice ma che non si annoia. Insegnatemi come fate- Non faccio nulla – rispose Anna arrossendo a quelle domande insistenti.- È il modo migliore – disse Stremov entrando nel discorso.
Riesco ad abituarmi quasi a tutto, tranne alle abitudini.
Io credo che tale scontento sia dovuto in gran parta a un modo errato di considerare il mondo, a un’etica sbagliata, ad abitudini sbagliate, che portano alla distruzione di quel gusto e di quell’appetito naturali per le cose possibili dai quali alla fine dipende tutta la felicità dell’uomo.
In ogni cosa è salutare, di tanto in tanto, mettere un punto interrogativo a ciò che a lungo si era dato per scontato.
Ho preso l’abitudine di abbracciarmi da sola! Ci sono sempre per me, quando mi chiamo non ho impegni, non mi infastidisco per la perdita di tempo, mi capisco, so perfettamente cosa voglio dire quando parlo confusamente tra i singhiozzi, mi scuso da me e non ci sono conseguenze, equivoci od offese quando do di matto. So compatirmi e tollerarmi quando sono odiosa fino all’inverosimile, ingestibile, villana e capricciosa. Ho preso l’abitudine di abbracciarmi da sola perché se dovessi aspettare che qualcuno lo faccia, morirei di freddo. Non ho a chi chiederli questi abbracci, ma dopo un po’ non se ne sente neppure la mancanza, o l’esigenza, si ha solo la percezione di un retrogusto che sa di calore e completezza quando se ne ricevevano; probabilmente, se ci fosse qualcuno a donarmeli, li rifiuterei non riconoscendone l’intenzione.
Ci sono lacrime che non si possono contenere.
Ciò che non è vissuto col cuore diventa abitudine, è solo questione di tempo.
Non esiste banalità ma solo conformità rispetto alla realtà.
Qualcosa che manca. Qualcosa che manca è il pezzo mancante, è un vuoto in mezzo alla pancia. Quando qualcosa manca è tutto a metà, si ride per metà, si vive a metà, si sogna a metà. Quando qualcosa manca è come se una briciola pesasse più del mondo intero.
Che poi si tratta solo d’abitudine, se vai a vedere. Abitudine di non aver più a che fare con i suoi bellissimi occhi, con i suoi movimenti delle labbra, con i suoi sorrisi, con la sua pelle.
Sono in battaglia con l’abitudine, con l’assuefazione, la ripetizione. Credo che vivere così è come essere morti dentro!
Quanto è brutto vedere gesti che dovrebbero essere normali, diventatare così rari da essere menzionati.
Sono una che condivide tutto, tranne lo spazzolino da denti!
Fa parte dell’arte umana applicarsi per rendere complicato ciò che in principio era semplice.
Ogni uomo agisce motivato da tre sole cose: paura, speranza o abitudine.