Alessio Elia – Abitudine
Ci si abitua finanche a non essere più abituati a nulla.
Ci si abitua finanche a non essere più abituati a nulla.
Ogni uomo ha le proprie manie e spesso sono la sua caratteristica più interessante.
Potrei leggere la pagina dello sport anche se i miei capelli andassero a fuoco.
Prendere un’abitudine è cominciare a cessar di essere.
L’abitudine è l’abitudine, e non si può sbatterla fuori dalla finestra: bisogna, a forza di persuasione, farle scendere le scale un gradino alla volta.
L’abitudine è in tutte le cose il miglior maestro.
L’abitudine di veder sempre faccia di donna ha per effetto di farla trovar bella.
L’abitudine, che fa della vita un proverbio.
Le sciocche e laide abitudini sono le corruzioni della nostra natura.
Si cambia più facilmente religione che caffè.
Nessuno osa dire addio a un’abitudine. Molti suicidi si sono fermati sulla soglia della morte per il ricordo del caffè dove vanno tutte le sere a fare la loro partita di domino.
L’abitudine è mezza padrona del mondo. “Così faceva mio padre” è sempre una delle grandi forze che guidano il mondo.
L’abitudine è una massima vivente diventata istinto e carne.
Viviamo, di solito, con il nostro essere ridotto al minimo; la maggior parte delle nostre facoltà resta addormentata, riposando sull’abitudine, che sa quel che c’è da fare e non ha bisogno di loro.
L’abitudine fa lo stile dello scrittore, così come fa il carattere dell’uomo.
Vedevo d’improvviso una nuova faccia dell’Abitudine. Fino a quel momento l’avevo considerata soprattutto come un potere distruttivo che sopprime l’originalità e addirittura la coscienza delle percezioni; ora la vedevo come una divinità temibile, così inchiodata a noi, con il suo viso insignificante così confitto nel nostro cuore che si stacca da noi, se ci volge le spalle, questa divinità che quasi non distinguevamo ci infligge sofferenze più terribili di qualsiasi altra e allora diventa crudele come la morte.
Và dalla formica, o pigro, guarda le sue abitudini e diventa saggio.