Achille Campanile – Libri
Alcuni scrittori per scrivere hanno bisogno della vena. Altri dell’avena.
Alcuni scrittori per scrivere hanno bisogno della vena. Altri dell’avena.
Dove sarà la traccia oscura e indistinta della colpa antica?
Carolina ha quattordici anni. Anzi 14. I suoi anni sono una bandiera, uno slogan, un diritto di cittadinanza, li si vedono da lontano, gridano, cantano, parlano sottovoce. Un po’ di rabbia e uno sguardo azzurro capace di contaminare il mondo.
Il padre di tutti i libri comincia con abaco e finisce con zuzzurellone.
“Molte miglia ci separano”, disse Legolas guardando lontano e facendosi ombra agli occhi con la mano. “Vedo un’oscurità in cui si muovono delle figure, grandi figure lontane sulla riva del fiume; ma che cosa siano non saprei dire. Non sono nubi o foschie a ostruirmi la vista: vi è come un velo d’ombra, steso sulla campagna da qualche strana potenza, che discende lentamente il corso del fiume. Si direbbe che il crepuscolo stia scivolando giù dai colli sotto innumerevoli alberi”.
Quello che è lo scopo di ogni scittore: comunicare un’impressione che non si potrà più dimenticare.
Io dico e credo, che il libro è e deve essere la quintessenza del suo scrittore e che se non è tale, egli sarà cattivo, debole, volgare, di poca vita e di effetto nessuno.