Davide Capelli – Acqua
All’improvviso entrò la donna delle pulizie ed asciugò quella goccia d’acqua sul pavimento e in un attimo spazzò via il nostro universo.
All’improvviso entrò la donna delle pulizie ed asciugò quella goccia d’acqua sul pavimento e in un attimo spazzò via il nostro universo.
Fantasia… galleggiamo in un lago, in un mare, in un oceano di fantasia… la realtà? La terra ferma!
Per me giocare con il fuoco è un gioco da bambini se con me ho l’acqua.
Quando si ha vicino il pozzo, è inutile cercare acqua nelle nuvole.
In fondo nuotare è come volare. Non si tocca a terra, ma non si sta neanche in aria!
L’acqua un bene prezioso quanto la vita di questo pianeta: non sprechiamola.
Amo il mare e la sua fresca brezza il sale che si posa sulla mia pelle l’infrangersi delle onde, l’orizzonte blu e infinito, amo il mare con tutte le sue creature, i suoi misteri, e l’amore che l’acqua dona a me.
Non sempre, l’acqua che cade dal cielo si rivela quel fresco piacere da bere.
Come d’acqua scorro, come amore muoio.
Spero proprio che tra tutto questo caos ci sia un pò d’acqua fresca a soddisfare la mia sete di purezza.
L’acqua dona la vita, trasporta e cancella, il tutto senza esitazioni, né pregiudizi. Non esiste altro elemento più puro nella sua funzione e potere.
Se andassimo via adesso nullo di ciò che verrà sarebbe, ma la vita è come l’acqua, scompare, affonda e poi riaffiora dove può, dove deve.
Anche il mare, come il cielo, partorisce stelle.
Il mare è l’anima della Terra e, nelle sue profondità inaccessibili, ne custodisce segreti e misteri.
Tu che mi sentivi. Tu che mi hai sentito. Perché non canti più per me. Siamo così distanti. Eppure il mio grido ti arrivava. Lo sentivo dentro di te. Ora è un eco che si disperde nello spazio tempo. E io danzo e canto ancora per te. Vorrei che mi toccassi ed esplodessi nella mia scatola di cartone. Anche le stelle ci provano. Tentano in ogni momento. Poi muoiono. Ma non smettono. Non desiderano altro. Puoi biasimarle. Ti scaldano e ti illuminano, ti illuminano e ti scaldano. E tu le ami. La sete ti sfinisce. Perché non ti disseti. Una brocca d’acqua nell’oceano. Ti acceca come un faro nel nero buio. Cammini sulle orme della gente che fu. Il sole non le tocca. E sono gelide e buie come una caverna di ghiaccio. È una lingua dura e secca. Ma sente ancora il sapore dell’acqua.
Dovremmo essere come l’acqua, che di fronte agli ostacoli, non si arrende, né lotta inutilmente, ma trova la strada e li raggira.
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole.