Adlai Ewing Stevenson – Società
I giornalisti non vivono di parole, sebbene talvolta siano costretti a rimangiarsele.
I giornalisti non vivono di parole, sebbene talvolta siano costretti a rimangiarsele.
Sono a favore della censura: ti affina la creatività, se qualcuno ti blocca sei costretto ad aggirare l’ostacolo. Detto questo, oggi non c’è censura e neanche satira.
Quando la giustizia manca c’è chi perde i soldi sudati e chi invece si gode i soldi rubati.
Ci sono silenzi “padroni del vuoto”, silenzi di match e silenzi da dribbling, ma ci sono anche silenzi burocratici, come se fossi davanti al giudice del tribunale, dove il fascicolo del nostro processo è in attesa della sentenza.
Le cose più nobili ed elevate non agiscono affatto sulle masse.
Questo eroismo a comando, questa violenza insensata, questo maledetto e ampolloso patriottismo, quanto intensamente li disprezzo!
Viviamo in una società dove tutti desiderano la perfezione e nessuno la offre.