Agostino Acri – Libri
Avvertii uno strano rumore. Credevo non emettesse alcun suono un cuore che si spezza.
Avvertii uno strano rumore. Credevo non emettesse alcun suono un cuore che si spezza.
Scrivo quel genere di cose che una persona inconscia definirebbe strane.
Quando ci si rinfaccia le cose, non si è più in due nel rapporto, ma in tre: tu, io e il tarlo che ha cominciato a rodere le nostra storia. Nell’oscurità della materia, i tarli lavorano con discrezione, scavano gallerie per anni e, a parte qualche minuscolo fastidio, non ti accorgi di niente. Poi un giorno posi una tazza sul tavolo e il legno cede, sprofonda e in un istante, la superficie solida che conoscevi si trasforma in un cumulo di soffice segatura.
Ma dove troverò mai il tempo per non leggere tante cose?
Uno scrittore che parla dei propri libri è quasi insopportabile quanto una madre che parla dei propri figli.
Le due mie migliori amiche sanno tutto di me, non mi giudicano e non mi tradiscono mai. Una si chiama carta e l’altra, penna.
Bosch sapeva che la speranza era la linfa del cuore. Senza quella non c’era nulla, solo oscurità.