Albert Camus – Morte
Tra me e me dicevo che anche la morte del corpo a giudicare da quello che avevo visto, era in sé una punizione sufficiente, assolveva tutto.
Tra me e me dicevo che anche la morte del corpo a giudicare da quello che avevo visto, era in sé una punizione sufficiente, assolveva tutto.
Nel voler morire, e far morire, ad ogni costo quando non serve, per seguire le proprie ingordigie di spirito, non c’è nessuna vittoria.
Ma quando penso all’avvenir della mia libertà perduta vorrei baciarla e poi morir mentre lei dorme, all’insaputa.
Affogò perché si vergognava a gridare aiuto.
Quanti delitti commessi semplicemente perché i loro autori non potevano sopportare di avere torto.
La morte è la grande incognita, raccoglie tutto quello che abbiamo costruito e lo distrugge in un momento, eppure c’è chi non la teme ed io vorrei essere tra questi.
Il gran desiderio d’un cuore inquieto è di possedere interminabilmente la creatura che ama o di poterla immergere, quando sia venuto il tempo dell’assenza, in un sonno senza sogni che non possa aver termine che col giorno del ricongiungimento.