Albert Camus – Morte
Tra me e me dicevo che anche la morte del corpo a giudicare da quello che avevo visto, era in sé una punizione sufficiente, assolveva tutto.
Tra me e me dicevo che anche la morte del corpo a giudicare da quello che avevo visto, era in sé una punizione sufficiente, assolveva tutto.
Sopravvivere alla morte di chi si ama è come vivere un amore che non c’è.
Dove ci porta la morte? Ci porta in quella pace dove noi fummo prima di nascere. La morte è il non-essere: è ciò che ha preceduto l’esistenza. Sarà dopo di me quello che era prima di me. Se la morte è uno stato di sofferenza, doveva essere così prima che noi venissimo alla luce: ma non sentimmo, allora, alcuna sofferenza. Tutto ciò che fu prima di noi è la morte. Nessuna differenza è tra il non-nascere e il morire, giacché l’effetto è uno solo: non essere.
Come rimedio alla vita di società suggerirei la grande città. Ai giorni nostri, è l’unico deserto alla portata dei nostri mezzi.
La morte né mi affascina né mi ripugna, semplicemente mi intriga e mi sfida ogni giorno di più.
Se la morte non fosse una forma di soluzione, i viventi avrebbero già trovato un modo qualsiasi di aggirarla
Un giorno l’amore ci risveglierà dalla morte.