Alberto Moravia – Libri
Mi contemplava, con quel suo sguardo inespressivo, come se i suoi occhi fossero stati due scuri specchi che riflettevano la realtà senza capirla e, forse, anche senza vederla.
Mi contemplava, con quel suo sguardo inespressivo, come se i suoi occhi fossero stati due scuri specchi che riflettevano la realtà senza capirla e, forse, anche senza vederla.
Non sai di quante allusioni a te sia pieno il mondo.
La felicità della donna che si ama, quando questa felicità viene da un rivale, è una tortura per un geloso. Ma per un geloso com’era Raul, per questo cuore che per la prima volta si impregnava di fiele, la felicità di Luisa era una morte ignominiosa, la morte del corpo e dell’anima.
Il mio cuore, ogni tanto, si ammala: è la malattia dei ricordi. È una terapia lunga e difficile… si cura vivendo!
Il padre di tutti i libri comincia con abaco e finisce con zuzzurellone.
Era la vertigine. L’ottenebrante, irresistibile desiderio di cadere. La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa.
Il giorno dopo l’idea di aver fatto l’Amore con Antonella mi sembrava strana; ogni volta che ci pensavo ero preso da un senso vischioso di perplessità, echi di sensazioni che mi tornavano indietro. Mi sembrava di essere finalmente dall’altra parte del vetro adesso, dove il mondo non era più così totalmente fuori portata.