Alda Merini – Anima
Dio mio, spiegami amore come si fa ad amare la carne senza baciarne l’anima.
Dio mio, spiegami amore come si fa ad amare la carne senza baciarne l’anima.
Tu imperturbabile passeggiavi e i miei occhi sovversivi t’inseguivano come argute sentinelle, avevi fatto della mia anima: un anima in rivolta!
Dietro questa maschera non c’è solo carne viva ma un contrasto di forme e essenze, luci e ombre, profumi e colori. Petali di un’anima che solo a chi è in grado di coglierne l’essenza è concesso guardare.
A volte mi capita di giocare con un’idea, vaga all’inizio, poi sempre più consistente. Cerco sempre di vedere se è un’equazione valida, se esiste nella matematica. Quando una legge da ragione a quello che pensavo, il mio pensiero diviene secondario, di poca importanza, perché quello che conta è la legge. Se dopo i festeggiamenti che Dio sta tenendo con i suoi angeli per la riuscita duplicazione di luce universale… se quell’Essere superiore a Dio che Dio invidiava lo raggiungesse, non troverebbe anima viva. Perché Dio si sarà consumato nel fuoco della sua avidità e della sua corruzione, che voleva per qualcun altro solo perché la verità non era di suo gradimento. L’inversione della legge peggiorerà la sua situazione e il punto critico dell’atomo, proprio per questo modo colpito… e affondato due volte, da una parte e dall’altra. Dio contro Dio, una bella lotta. Sinceramente, mi diverte. E non me ne importa. Il destino è portentoso, anche se una perdita, perpetrata da Dio per attribuirsi maggiore spirito e oro con la morte, lascia un segno indelebile nell’anima. Se me ne importasse, farei la stessa fine di Dio e degli angeli. E lo sa l’Onnipotente chi ci sarà dove Egli adesso siede, quando ci arriverò io? Nessuno.
È una piccola magia, quella che consente ad un’anima estranea di entrarci dentro – anche solo per un istante – e cogliere frammenti del nostro vero “io”.
Ha mille mani,ha mille voltie di voti se ne darà moltima al cor giungeranno capovoltie di mille nottivivrà i risvolti.
Certe persone splendono. È la luce che fuoriesce dalle crepe della loro anima.