Alessandra Massimini – Ricordi
Che cos’è un ricordo? Niente, non puoi vederlo, non puoi toccarlo, eppure è così grande da non poterlo distruggere.
Che cos’è un ricordo? Niente, non puoi vederlo, non puoi toccarlo, eppure è così grande da non poterlo distruggere.
Ricordo, ricordo bene il primo incontro non fu un incontro come tutti lui era li dietro questo schermo era li tutto agitato ed io più di lui, si toccava i capelli di continuo e mi guardava quando mi disse quanto fossi bella io mi sciolsi come neve al solo, lui era come l’avevo immaginato in quelle conversazioni fatte solo di parole ma ricche di emozioni, il suo sorriso era un raggio di sole che bucò la corazza del mio cuore e diede di nuovo vita non era un incontro come tutti gli altri ma fu l’incontro che mi cambiò la vita.
Oblio: una spugna che non si trova mai quando se ne ha bisogno.
Mi aggiravo, mi aggiro da solo attorno al faro bianco, tra sterpi e pruni, graffio le caviglie. Il mare stridulo e salmastro, il vento porta la solitudine del mare immenso, rotondo, sto nella riva pietrosa, un angolo fuori, l’acqua che accoglie il lavacro, mi immergo per la purificazione del corpo, della mente, per staccare dal mondo, per non sentire, per non vedere, per condividere l’acre e il selvatico, la terra nuda, la sabbia, la polvere, il sabbione, le pietre che pungono, sto supino sotto il ginepro aspro e contorto, il vento, il mare, le pietre, la solitudine, il silenzio, l’acqua,.
Abbi cura dei tuoi lontani ricordi. Essi non potranno ne essere condivisi e ne rivissuti di nuovo.
Ci sono vecchie foto che riguardiamo con gioia, ci sembra di rivivere ogni cosa, osserviamo i nostri volti così “diversi”, a volte non esteticamente, ma nella sostanza che solo noi percepiamo, e ci riconosciamo con altre sensazioni, altri gusti. Di alcuni vissuti avvertiamo nuovamente stati d’animo e profumi, ricordiamo ogni particolare, di come stavamo in quel preciso momento, prima dello scatto. Ci sentiamo sia vicini che lontani, in uno strano effetto spazio-tempo. Poi ci sono altre foto, quelle che scorriamo veloci, che vorremmo avere già buttato, che quasi ci infastidiscono, che ci imbarazzano per come eravamo, con le nostre sofferenze e le nostre ingenuità, di cui sentiamo ancora un disagio misto a vergogna, immagini rovinate da quegli attimi che vorremmo dimenticare, da storie che non ci appartengono più, come vecchie fotografie di cui ci è rimasto soltanto il negativo.
Non fare della tua mente un cimitero di ricordi, ma coltiva un giardino di istanti vissuti che profumano di eterno.