Alessandro D’Avenia – Tristezza
Nessun abbraccio, nessun bacio, nessuna carezza, nessun amplesso era capace di guarire la ferita. Cerotti. Uno sopra l’altro, una montagna, su un taglio che non era mai stato pulito e disinfettato.
Nessun abbraccio, nessun bacio, nessuna carezza, nessun amplesso era capace di guarire la ferita. Cerotti. Uno sopra l’altro, una montagna, su un taglio che non era mai stato pulito e disinfettato.
E nonostante tutto non mi arrendo. Continuo a lottare per qualcosa in cui credo. E anche se troverò parecchi ostacoli, io lotto con tutta la forza che ho in me, lotto per questo amore in cui credo.
Dicono che il Natale si trascorre con i chi vuoi bene, e allora perché io sono qui solo? Che mi sento solo e triste.
Tra la polvere diradata vedo delle ombre lontane, sembrano amiche… spero sia così.
La cosa più dura: tornare sempre a scoprire ciò che già si sa.
Le ultime foglie rimaste sui rami degli alberi sono quelle sulle punte dei rami stessi, e me ne rendo conto mentre fumo la stessa sigaretta per ore.
Guai a chi non sa piangere. Il pianto è il migliore disinfettante dell’anima.