Alessandro D’Avenia – Tristezza
Nessun abbraccio, nessun bacio, nessuna carezza, nessun amplesso era capace di guarire la ferita. Cerotti. Uno sopra l’altro, una montagna, su un taglio che non era mai stato pulito e disinfettato.
Nessun abbraccio, nessun bacio, nessuna carezza, nessun amplesso era capace di guarire la ferita. Cerotti. Uno sopra l’altro, una montagna, su un taglio che non era mai stato pulito e disinfettato.
Se io sono il fallimento, tu sarai il mio debito.
Cos’è questa solitudine che sento? Sarà il prezzo per un po’ di libertà.
Spesso, rifugiati nelle nostre paure, rinunciamo allontanandoci da cose, persone, affetti, amori… che potrebbero renderci felici, sicuri che stiamo facendo la cosa giusta annulliamo il nostro cuore. Ma solo dopo un lasso di tempo “scopriamo” che solo al cuore si deve dare credito, perché solo lui sa di cosa, di chi, abbiamo bisogno!
Guardo una rosa fiorita sulla sconfinata landa nevosa del silenzio.
La lacrime soffocate si posano lentamente sull’anima e come chiodi ne acuiscono il dolore togliendo il fiato e lasciando al silenzio l’ultima parola.
Spesso mi chiedono perché io sia sempre così raggiante e sorridente. Attonito rispondo: “ci sono infiniti dilemmi che non riuscirei a chiarire in questa breve vita, lasciatemene almeno risolvere uno, la tristezza!”