Alessandro D’Avenia – Uomini & Donne
Gandalf è un uomo fatto di vento, hai l’impressione che possa volare via da un momento all’altro come un palloncino e ti chiedi come faccia a reggere orde di barbarici liceali.
Gandalf è un uomo fatto di vento, hai l’impressione che possa volare via da un momento all’altro come un palloncino e ti chiedi come faccia a reggere orde di barbarici liceali.
La donna ha tre grandi pregi-difetti:- L’istinto materno, che ci fa viziare il nostro uomo, come fosse un bambino. E non lo è.- La presunzione che ci fa pensare che con il nostro amore li possiamo cambiare. Non è così.- La pazienza che impieghiamo nell’attendere che cresca e che cambi! Non succederà.
Noi i donne abbiamo la primavera nel cuore. Le donne amano e ti perdonano, Sono bambine sempre complicate che si nascondono dietro un semplice no! Le donne sono il bacio di una sera, il profumo della primavera Le donne vivono sopra una nuvola nel loro mondo fatto di illusioni e quando sono nei guai non lo ammettono mail. Le donne amano e quando amano lo fanno senza un pudore perché è amore. Noi donne siamo le migliori creatura dell’universo. Siamo affascinante e intrigante e dolcissime, e sappiamo amare. Sempre.
Io donna sempre in guerra con me stessa, piena di difetti e di paure. Io stupida sognatrice di un romanticismo ormai svanito resto ad aspettare che l’attimo fuggente si presenti nella mia vita. Mentre aspetto sono felice di avere dentro me quella serenità necessaria per essere in pace con me stessa e con il mondo intero.
Amare una donna, sentire il suo profumo anche in fazzolettino piegato dentro ad un cassetto.
[…] Far vibrare quel delicato strumento che è il cuore di una donna.
Lui scriveva e pensava, sentendo la dolcezza della presenza di Kitty. Non aveva abbandonato le sue occupazioni per l’azienda né il libro che stava scrivendo; ma, come prima queste cose gli parevano insignificanti a paragone del buio che avvolgeva tutta la sua vita, ora egualmente gli parevano piccole e misere a paragone di quella grande luce di gioia che inondava la sua vita presente. Seguitava a occuparsene, non più per sfuggire alla vita, ma perché la vita non fosse troppo uniformemente luminosa.