Alessandro Scardecchia – Società
Diveniamo schiavi di ciò che si aspettano da noi. Prigionieri nell’identità. E non possiamo fermarci a riposare, verremmo accusati di normalità. E le bianche notti sono come stelle, in un cielo nero che è la vita.
Diveniamo schiavi di ciò che si aspettano da noi. Prigionieri nell’identità. E non possiamo fermarci a riposare, verremmo accusati di normalità. E le bianche notti sono come stelle, in un cielo nero che è la vita.
Una delle eterne regole italiane: nel settore pubblico, tutto è difficile; la buona volontà è sgradita; la correttezza, sospetta. Per questo, le persone capaci continueranno a tenersi a distanza di sicurezza dalla “cosa pubblica”, lasciando il posto ai furbastri (magari bravi) e alle mezze cartucce (magari oneste).
La classe politica italiana può stare tranquilla: finché non verrà tolto il calcio alla domenica, non ci sarà alcuna rivoluzione.
Deve sempre il cittadino – seppure per un istante e in minimo grado – abbandonare la propria coscienza nelle mani del legislatore? E allora perché ha una coscienza?
A volte l’opinione sbagliata di un giudice fa più danni di una pistola.
Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza.
Ci sono personaggi che fanno rimpiangere quelli che l’etichetta di delinquente ce l’hanno scritta in faccia.