Alessia Marcuzzi – Televisione
Le gente polemizza sulle trasmissioni che guardano tutti.
Le gente polemizza sulle trasmissioni che guardano tutti.
Più il crimine è efferato, maggiore è la risonanza che i mass media gli dedicano, col rischio di trasformare il criminale in una star.
L’arma dovrebbe indagare sul maresciallo cecchini, gioca spesso a scacchi con don Matteo nell’orario di lavoro.
Nella vita siamo come “televisori”con antenne rivolte al nostro esterno.Attraverso:atteggiamenti – slogan – moda -usi – costumi – forme pensieroriproduciamo programmi trasmessidalle più svariate dottrine filosofiche.Su questo piano essere Uomo “acceso o spento”dipende dall’appartenere o meno a correnti:sociali – religiose – filosofiche,verso le quali si è sintonizzatiallineando le proprie antenne.Esiste un passaggio evolutivoin cui l’Uomo-Attento e Riflessivoa fronte delle proprie ripetute crisi d’identitàincanala il proprio Ascolto verso il sensibile mondo Interiore.Con questa attenzione scopre d’esser’un “Luminoso Monitor” collegato perennementeall’unica fonte di Luce generatrice.In Lui cessa il desideriod’appartenere a qualsiasi chimera esterna.Quest’Uomoriconosce d’esser’figlio dell’Esistenzasfuma nel proprio schermo interiore:attaccamenti – desideri – emozioni – pensieri – azioni(generati dall’influenzabilità della propria cultura)per votarsi alla percezione dell’origine della Luce.
Un tempo la chiesa era il maggior centro di comunicazione fasulla, ora il suo posto è stato rilevato dalla televisione.
È assolutamente evidente che l’arte del cinema si ispira alla vita mentre la vita si ispira alla tv.
Venne Costanzo a intervistarmi per il Corriere della sera. Dopo due ore di conversazione mi chiese: lei cosa voleva fare da piccolo. E io: il burattinaio. Meglio fare il burattinaio che il burattino, non le pare?
Più il crimine è efferato, maggiore è la risonanza che i mass media gli dedicano, col rischio di trasformare il criminale in una star.
L’arma dovrebbe indagare sul maresciallo cecchini, gioca spesso a scacchi con don Matteo nell’orario di lavoro.
Nella vita siamo come “televisori”con antenne rivolte al nostro esterno.Attraverso:atteggiamenti – slogan – moda -usi – costumi – forme pensieroriproduciamo programmi trasmessidalle più svariate dottrine filosofiche.Su questo piano essere Uomo “acceso o spento”dipende dall’appartenere o meno a correnti:sociali – religiose – filosofiche,verso le quali si è sintonizzatiallineando le proprie antenne.Esiste un passaggio evolutivoin cui l’Uomo-Attento e Riflessivoa fronte delle proprie ripetute crisi d’identitàincanala il proprio Ascolto verso il sensibile mondo Interiore.Con questa attenzione scopre d’esser’un “Luminoso Monitor” collegato perennementeall’unica fonte di Luce generatrice.In Lui cessa il desideriod’appartenere a qualsiasi chimera esterna.Quest’Uomoriconosce d’esser’figlio dell’Esistenzasfuma nel proprio schermo interiore:attaccamenti – desideri – emozioni – pensieri – azioni(generati dall’influenzabilità della propria cultura)per votarsi alla percezione dell’origine della Luce.
Un tempo la chiesa era il maggior centro di comunicazione fasulla, ora il suo posto è stato rilevato dalla televisione.
È assolutamente evidente che l’arte del cinema si ispira alla vita mentre la vita si ispira alla tv.
Venne Costanzo a intervistarmi per il Corriere della sera. Dopo due ore di conversazione mi chiese: lei cosa voleva fare da piccolo. E io: il burattinaio. Meglio fare il burattinaio che il burattino, non le pare?
Più il crimine è efferato, maggiore è la risonanza che i mass media gli dedicano, col rischio di trasformare il criminale in una star.
L’arma dovrebbe indagare sul maresciallo cecchini, gioca spesso a scacchi con don Matteo nell’orario di lavoro.
Nella vita siamo come “televisori”con antenne rivolte al nostro esterno.Attraverso:atteggiamenti – slogan – moda -usi – costumi – forme pensieroriproduciamo programmi trasmessidalle più svariate dottrine filosofiche.Su questo piano essere Uomo “acceso o spento”dipende dall’appartenere o meno a correnti:sociali – religiose – filosofiche,verso le quali si è sintonizzatiallineando le proprie antenne.Esiste un passaggio evolutivoin cui l’Uomo-Attento e Riflessivoa fronte delle proprie ripetute crisi d’identitàincanala il proprio Ascolto verso il sensibile mondo Interiore.Con questa attenzione scopre d’esser’un “Luminoso Monitor” collegato perennementeall’unica fonte di Luce generatrice.In Lui cessa il desideriod’appartenere a qualsiasi chimera esterna.Quest’Uomoriconosce d’esser’figlio dell’Esistenzasfuma nel proprio schermo interiore:attaccamenti – desideri – emozioni – pensieri – azioni(generati dall’influenzabilità della propria cultura)per votarsi alla percezione dell’origine della Luce.
Un tempo la chiesa era il maggior centro di comunicazione fasulla, ora il suo posto è stato rilevato dalla televisione.
È assolutamente evidente che l’arte del cinema si ispira alla vita mentre la vita si ispira alla tv.
Venne Costanzo a intervistarmi per il Corriere della sera. Dopo due ore di conversazione mi chiese: lei cosa voleva fare da piccolo. E io: il burattinaio. Meglio fare il burattinaio che il burattino, non le pare?