Licio Gelli – Televisione
Venne Costanzo a intervistarmi per il Corriere della sera. Dopo due ore di conversazione mi chiese: lei cosa voleva fare da piccolo. E io: il burattinaio. Meglio fare il burattinaio che il burattino, non le pare?
Venne Costanzo a intervistarmi per il Corriere della sera. Dopo due ore di conversazione mi chiese: lei cosa voleva fare da piccolo. E io: il burattinaio. Meglio fare il burattinaio che il burattino, non le pare?
Mike: Come mai abbiamo la stessa età e io faccio jogging, sci e immersione… e tu no?[dopo qualche istante di silenzio]Alberto: La vecchiaia è una brutta besta: c’è a chi je pija ‘e gambe e a chi je pija ‘a testa. (c’è a chi prende le gambe e a chi prende la testa)
Alla fine si sa come comincia e si sa come finisce, se non fai quel finale la gente rimane scontenta. Questo è il trucco perché è un caso comune: la moglie scontenta, il marito che esce, lavora, ha gli amici, ha più distrazioni e la moglie deve stare sempre in casa, per cui che barba che noia è la morale che, nonostante tutto, la vita di coppia è anche questo.
Storditi da immagini televisive che vorrebbero seguitare a stupirci, percepiamo raramente il brivido di uno stupore reale.
In TV c’è più calcio che in una cura per osteoporosi.
La televisione ha provato che le persone prestano attenzione a qualunque cosa piuttosto che le une alle altre.
La televisione ha sollevato l’atto della fabbricazione di banalità dalla sfera dell’artigianato per portarla in quella della grande industria.