Alessia Porta – Società
Sono tempi duri per i pessimisti dall’animo catastrofico.
Sono tempi duri per i pessimisti dall’animo catastrofico.
Il governo, nella migliore ipotesi, non è che un male necessario; nella peggiore, un male intollerabile.
Gli operai non hanno patria.Non si può togliere loro quello che non hanno.
Una cultura libera non è priva di proprietà; non è una cultura in cui gli artisti non vengono ricompensati. Una cultura senza proprietà, in cui i creatori non ricevono un compenso, è anarchia, non libertà. E io non intendo promuovere l’anarchia. Al contrario, la cultura libera che difendo è in equilibrio tra anarchia e controllo. La cultura libera, al pari del libero mercato, è colma di proprietà. Trabocca di norme sulla proprietà e di contratti che vengono applicati dallo stato. Ma proprio come il libero mercato si corrompe se la proprietà diventa feudale, anche una cultura libera può essere danneggiata dall’estremismo nei diritti di proprietà che la definiscono.
Il sapere evita lo scontro tra poveri, per questo motivo, difendere la cultura diventa un atto rivoluzionario.
Povera Democrazia Cristiana. In tutti questi anni ha fatto l’impossibile per dimostrarci che gli unici amministratori seri, rigorosi, parsimoniosi, sono i comunisti. Ed è riuscita ad avere torto anche in questo.
Il tirare a campare di molti provoca lo spingere a morire di troppi.
Il governo, nella migliore ipotesi, non è che un male necessario; nella peggiore, un male intollerabile.
Gli operai non hanno patria.Non si può togliere loro quello che non hanno.
Una cultura libera non è priva di proprietà; non è una cultura in cui gli artisti non vengono ricompensati. Una cultura senza proprietà, in cui i creatori non ricevono un compenso, è anarchia, non libertà. E io non intendo promuovere l’anarchia. Al contrario, la cultura libera che difendo è in equilibrio tra anarchia e controllo. La cultura libera, al pari del libero mercato, è colma di proprietà. Trabocca di norme sulla proprietà e di contratti che vengono applicati dallo stato. Ma proprio come il libero mercato si corrompe se la proprietà diventa feudale, anche una cultura libera può essere danneggiata dall’estremismo nei diritti di proprietà che la definiscono.
Il sapere evita lo scontro tra poveri, per questo motivo, difendere la cultura diventa un atto rivoluzionario.
Povera Democrazia Cristiana. In tutti questi anni ha fatto l’impossibile per dimostrarci che gli unici amministratori seri, rigorosi, parsimoniosi, sono i comunisti. Ed è riuscita ad avere torto anche in questo.
Il tirare a campare di molti provoca lo spingere a morire di troppi.
Il governo, nella migliore ipotesi, non è che un male necessario; nella peggiore, un male intollerabile.
Gli operai non hanno patria.Non si può togliere loro quello che non hanno.
Una cultura libera non è priva di proprietà; non è una cultura in cui gli artisti non vengono ricompensati. Una cultura senza proprietà, in cui i creatori non ricevono un compenso, è anarchia, non libertà. E io non intendo promuovere l’anarchia. Al contrario, la cultura libera che difendo è in equilibrio tra anarchia e controllo. La cultura libera, al pari del libero mercato, è colma di proprietà. Trabocca di norme sulla proprietà e di contratti che vengono applicati dallo stato. Ma proprio come il libero mercato si corrompe se la proprietà diventa feudale, anche una cultura libera può essere danneggiata dall’estremismo nei diritti di proprietà che la definiscono.
Il sapere evita lo scontro tra poveri, per questo motivo, difendere la cultura diventa un atto rivoluzionario.
Povera Democrazia Cristiana. In tutti questi anni ha fatto l’impossibile per dimostrarci che gli unici amministratori seri, rigorosi, parsimoniosi, sono i comunisti. Ed è riuscita ad avere torto anche in questo.
Il tirare a campare di molti provoca lo spingere a morire di troppi.