Alessio Scollo – Guerra & Pace
Se dicessi che la guerra è un fatto positivo e naturale, quanti amanti della pace sarebbero pronti a farmi guerra?
Se dicessi che la guerra è un fatto positivo e naturale, quanti amanti della pace sarebbero pronti a farmi guerra?
Se ogni guerra è una sorta di viaggio all’inferno, l’Africa è la sua scorciatoia.
Per tutta la vita ho provato il desiderio di sentirmi all’unisono con grandi masse di uomini, come deve essere per chi fa parte di una grande folla entusiasta. Il desiderio è stato spesso così forte da indurmi a ingannare me stesso. Mi sono immaginato di essere ora liberale, ora socialista, ora pacifista, ma nel senso più profondo non sono mai stato né l’una cosa né l’altra, né l’altra. Sempre l’intelletto scettico, quando più avrei desiderato che tacesse, ha mormorato i suoi dubbi, mi ha tagliato fuori dai facili entusiasmi degli atri e mi ha trasportato in una solitudine desolata.
La guerra contro la fame è in realtà una guerra di liberazione dell’umanità intera.
Il Sindaco di Roma ha tolto tutte le prostitute per strada e le ha consegnate a Berlusconi: ci penserà lui a trovargli un posto in parlamento.
Un prigioniero di guerra è un uomo che cerca di ucciderti, non ci riesce, dopo di che ti chiede di non ucciderlo.
La scelta della guerra è una posizione indifendibile.