Alex Pramix – Tristezza
Quello che cammina non sono io, ma ciò che resta di me, un miscuglio di incredulità, apprensione e rabbia.
Quello che cammina non sono io, ma ciò che resta di me, un miscuglio di incredulità, apprensione e rabbia.
La sofferenza ha un limite, la sofferenza ha un prezzo molto caro, io ti ho amato davvero e non meritavo di soffrire così tanto. Per me tu eri molto importante e non smetterò mai di odiarti da morire. Grazie amore mio per avermi fatta soffrire così tanto.
Ci sono ferite che non guariscono mai.
E proprio quando sei convinto di conoscere a fondo la vita che ti capita qualcosa di inspiegabile.
Nella solitudine, come nelle sofferenza, non guardarti intorno non ne hai bisogno perché chi ti vuole bene sa farsi sentire.
Quando il tuo cuore è frammentato, la tua anima a brandelli e sei pervaso dalla disperazione più cupa è il momento di dire “Basta”. La disperazione è l’asticella che ti indica che hai toccato il fondo ma nello stesso tempo deve essere il tuo prima passo verso la luce. Il compito più arduo è trasformare le ferite in punti di forza. È’ vero la risalita è ancora buio e non è per nulla facile, ma una volta arrivato in superficie gli squarci si trasformeranno in prese d’aria, ossigeno per il tuo cuore, unguento per la tua anima e tu non sarai più quello di prima ma sicuramente più di quello che eri prima.
Vorrei cancellare molte cose dalla mia mente, invece riesco solo a renderle meno presenti ma sempre vive e dolorose.