Alexandre Cuissardes – Libri
Chi ha fame di sapere divora libri.
Chi ha fame di sapere divora libri.
si parla molto di crisi e di ciò che l’ha generata, dei suicidi, ma poco delle altre cause che hanno generato il malessere, I veri assassini di sempre sono dietro le quinte, autoassolti perché il fatto, secondo loro, non sussiste.E tutti sono degni di giudicare ed accusare gli altri.Nei laboratori sperimentano nuove ricette con i vecchi ingredienti e continuano a creare da quell’antico lievito madre che si chiama malapolitica il pane avvelenato per il paese, burocrazia malagiustizia malaffare corruzione…vista la pericolosità dei prodotti e del personale quei laboratori andrebbero chiusi.
Appoggio la mia mano sulla panchina, ma la ritiro subito: essa esiste. Questa cosa sulla quale sono seduto, sulla quale appoggiavo la mano si chiama una panchina. L’hanno fatta apposta perché ci si possa sedere, hanno preso del cuoio, delle molle, della stoffa, si sono messi al lavoro, con l’idea di fare una sedia e quando hanno finito era questo che avevano fatto. L’hanno portata qui, in questa scatola, e ora la scatola viaggia e sballotta, con i suoi vetri tremolanti, e porta nei suoi fianchi questa cosa rossa. Mormoro: è una panchina, un po’ come un esorcismo. Ma la parola mi rimane sulle labbra: rifiuta di andarsi a posare sulla cosa. Essa rimane quello che è, con la sua peluria rossa, migliaia di zampette rosse, all’aria, diritte, zampette morte. Questo enorme ventre girato all’aria, sanguinante, sballottato – rigonfio con tutte le sue zampe morte, ventre che galleggia in questa scatola, in questo cielo grigio, non è una panchina. Potrebbe benissimo essere un asino morto, per esempio, sballottato nell’acqua e che galleggia alla deriva, il ventre all’aria in un grande fiume grigio, un fiume da inondazione; e io sarei seduto sul ventre dell’asino e i miei piedi bagnerebbero nell’acqua chiara.
I segreti più impenetrabili sono nascosti in bella vista.
Il risveglio delle coscienze serve a poco se il corpo rimane addormentato o pigro e non agisce.
Harry aveva un viso sottile, ginocchia nodose, capelli neri e occhi verde chiaro. Portava un paio di occhiali rotondi, tenuti insieme con un sacco di nastro adesivo per tutte le volte che Dudley lo aveva preso a pugni sul naso. L’unica cosa che a Harry piaceva del proprio aspetto era una cicatrice molto sottile sulla fronte, che aveva la forma di una saetta.
Scrivo per non dimenticare chi siamo, e mai cosa diverremo!