Alexandre Cuissardes – Morte
Chi vince la vita a volte è più forte di chi vince la morte.
Chi vince la vita a volte è più forte di chi vince la morte.
Il giustizialismo equivale alla dittatura, cambiano solo gli abiti, il primo indossa le toghe ed usa le manette, il secondo indossa le divise ed usa le armi.
La vita cerca di portarmi avanti, ma la memoria mi porta indietro. Il risultato è l’immobilità.
I ladri di vittorie non ci rimettono mai, arrivano sempre un attimo dopo che tutto è successo e vanno dritti a stringere la mano al vincitore di turno.
Più affondavo nell’acqua nera e gelida, più mi sentivo fiera di me. Non ci fu nemmeno un istante di terrore: soltanto adrenalina pura.
Il signore ci ha reso più facile il chiudere la bocca che il gesto di tapparci le orecchie, forse per farci capire che è meglio parlare il giusto che non doversi tappare le orecchie per non sentire chi parla troppo, oggi purtroppo vediamo più mani che cercano di tapparsi le orecchie che bocche che tacciono.
Ti vestirai di nero per sfuggirle, piangerai le tue perdite in silenzio e ti aggrapperai alla speranza. Rincorrerai la vita, sapendo bene che la tua ora è arrivata, ma non lo saprai fin a quando il ticchettio dell’orologio ti avvertirà. D’altronde non l’hanno sconfitta i dittatori, che credevano di avere il mondo in mano, come puoi farcela tu? Tu non sei nessuno. Faresti meglio ad inginocchiarti uomo, perché la morte ha allungato le sue scheletriche braccia per afferrarti. Non potrai mai vincere una battaglia persa in partenza.